Sigillanti sono sottoutilizzati? Rischio carie scende del 76%
Secondo gli studi disponibili, il rischio di sviluppare carie scende del 76% con l’uso dei sigillanti rispetto al non utilizzo. Negli Usa però solo il 30% dei pazienti di età compresa tra 6 e 8 anni ha ricevuto questa terapia.
Il National Health and Nutrition Examination Survey 2011-2012 ha indicato che negli Stati Uniti quasi un quarto dei bambini e oltra la metà degli adolescenti sono interessati da processi cariosi. Lo scopo di questa revisione è stato quello di riassumere le evidenze cliniche disponibili riguardanti l’effetto dei sigillanti dentali impiegati per la prevenzione e la gestione di carie delle superfici occlusali in denti decidui e permanenti, rispetto a un controllo senza sigillanti o vernici al fluoro.
La superficie occlusale, in particolare quella dei molari permanenti, è caratterizzata da solchi e fossette capaci di intrappolare resti di cibo e microrganismi, aumentando così il rischio di sviluppare lesioni cariogene. I sigillanti, com’è noto, sono stati pensati proprio per riempire tali spazi ed evitare quindi qualsiasi forma di ristagno e ridurre così l’incidenza della patologia. Tali materiali, applicati sulla superficie dentale, vanno a inserirsi nei solchi e nelle fessure, fungendo quindi come barriera fisica che blocca o inibisce la penetrazione di batteri e sostanze nutritive.
Nonostante queste premesse, però, sembra che i sigillanti siano una terapia sottoutilizzata, basti pensare che negli Usa solo il 30% dei bambini da 6 a 8 anni hanno almeno un sigillante dentale.
Meno carie: dati e percentuali
Dopo un attento processo di selezione si è arrivati a prendere in considerazione 24 studi. I risultati di nove tra questi (3542 partecipanti) hanno rivelato che con un follow-up dai due ai tre anni i soggetti che hanno ricevuto sigillanti hanno ridotto il loro rischio di sviluppare lesioni cariose del 76% rispetto a chi non aveva ricevuto tale trattamento. Tre studi (752 partecipanti), invece, con un follow-up quattro-sette anni, hanno evidenziato una riduzione del rischio di insorgenza di nuove carie del 79%. Altri due studi (446 partecipanti) con follow-up superiore ai sette anni, poi, hanno attestato una percentuale dell’85%.
Nel confronto tra impiego di sigillanti e vernici al fluoro, secondo i risultati di tre studi (1715 partecipanti, follow-up due-tre anni) coloro i quali sono stati trattati con i primi hanno registrato una riduzione del 73% del rischio di sviluppo di nuove carie rispetto a chi ha impiegato la seconda soluzione di trattamento. La percentuale sale all’81% con un follow-up quattro-sette anni mentre, con follow-up superiore ai sette anni, la riduzione si attesta al 71%.
I dati fin qui esposti suggeriscono, con un grado moderato di affidabilità, che i sigillanti sono più efficaci per prevenire o arrestare la progressione delle lesioni cariose rispetto a un controllo senza sigillanti o con vernici al fluoro.
In tema di materiali sigillanti utilizzati, poi, i risultati di dieci studi (4741 partecipanti), con follow-up due-tre anni, hanno mostrato che i partecipanti a cui sono stati applicati sigillanti vetroionomerici avevano una riduzione del rischio di sviluppare nuove carie del 29% rispetto a chi aveva ricevuto resine sigillanti. I dati di due studi (145 partecipanti) con follow-up da quattro a sette anni confermavano, invece, una riduzione del 63%. Bisogna ribadire, però, che tali differenze non sono da considerarsi statisticamente significative.
Le indicazioni ministeriali
Secondo la letteratura, così come riportano le Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva, i solchi dei molari permanenti mantengono un elevato rischio di carie per circa quattro anni dopo l’eruzione (anche se il dato è soggetto alla variabilità che contraddistingue ogni soggetto).
La sigillatura, inoltre, risulta essere tanto più efficace nel prevenire l’insorgenza di processi cariogeni quanto prima viene eseguita. Eventuali interferenze occlusali causate da eccesso di materiale sigillante devono essere immediatamente rimosse. In termini di successo del trattamento gioca un ruolo decisivo un corretto isolamento del campo operatorio: l’umidità, di fatti, rappresenta il fattore principale di fallimento della sigillatura. Impiego della diga di gomma o ausilio di assistente alla poltrona che controlli adeguatamente l’umidità con rulli di cotone sono soluzioni raccomandate al fine di ottenere un valido isolamento del sito.
Sempre secondo le linee guida, la ritenzione del sigillante è altresì correlata al tipo di materiale utilizzato. Oggi sono disponibili in commercio più materiali sigillanti che differiscono per le loro proprietà fisiche: idrofobicità, resistenza alla frattura, dilatazione termica e forza adesiva. I materiali a base resinosa rappresentano ad oggi la prima scelta, proprio per via dell’ottima resa in termini di ritenzione. I cementi vetroionomerici, che invece hanno una ritenzione inferiore, ma presentano il vantaggio di rilasciare fluoro nel tempo, sono consigliati in tutti quei casi in cui il controllo dell’umidità non può essere ottimale (parziale eruzione dell’elemento, soggetti poco collaboranti). La preparazione routinaria dei solchi, attraverso l’uso di apposite frese o sabbiatura, non è raccomandabile; è indicata nel caso in cui sussistano dubbi relativi all’integrità del fondo dei solchi. Il corretto mantenimento delle sigillature deve essere accuratamente verificato durante le visite periodiche di controllo (semestrali o annuali, sulla base del rischio) e, qualora venga riscontrata la perdita parziale o totale, è necessaria la reintegrazione.
La sigillatura dunque costituisce una valida e sicura metodica di prevenzione primaria dalla carie, applicabile a tutti gli individui in età evolutiva, in particolare a quelli maggiormente soggetti all’incidenza di lesioni cariose.
Luca Vanni
Wright JT, Tampi MP, Graham L, Estrich C, Crall JJ, Fontana M, Gillette EJ, Nový BB, Dhar V, Donly K, Hewlett ER, Quinonez RB, Chaffin J, Crespin M, Iafolla T, Siegal MD, Carrasco-Labra A. Sealants for preventing and arresting pit-and-fissure occlusal caries in primary and permanent molars: A systematic review of randomized controlled trials-a report of the American Dental Association and the American Academy of Pediatric Dentistry. J Am Dent Assoc. 2016 Aug;147(8):631-645.e18.
Italian Dental Journal