Malattie infiammatorie croniche intestinali, ennesima correlazione tra salute orale e sistemica
Le malattie infiammatorie croniche intestinali, note internazionalmente con l’acronimo Ibd (inflammatory bowel disease), comprendono la colite ulcerosa, il morbo di Crohn e le cosiddette “coliti indeterminate”; colpiscono una persona su 200 nei Paesi sviluppati, producono sintomi gravi e debilitanti e rappresentano un costo considerevole per i sistemi sanitari di tutto il mondo (oltre due miliardi di dollari all’anno nei soli Stati Uniti). Dopo patologie come diabete, disturbi metabolici e obesità, le Ibd rappresentano l’ennesima delle condizioni sistemiche associate a un maggior rischio di parodontite e a una peggiore salute orale. Lo dimostra una revisione delle evidenze pubblicate in letteratura coordinata da James Deschner dell’università di Bonn e ospitata sulle pagine del Journal of Clinical Periodontology.
Gli autori hanno individuato nove studi, per un totale di 1297 pazienti, la cui metanalisi ha permesso di rilevare un rischio di malattia parodontale notevolmente più elevato per i pazienti con Ibd rispetto alla popolazione generale, a cui si aggiunge una situazione peggiore riguardo alla carie, misurata con l’indice Dmft che tiene conto dei denti cariati, mancanti e otturati. Risulta particolarmente critica la salute orale dei pazienti affetti da colite ulcerosa.
La revisione non consente di stabilire una relazione causale, ma la correlazione statistica è molto chiara e viene attribuita sia a fattori predisponenti comuni, come età e predisposizione genetica, che ad altri legati all’ambiente o allo stile di vita. Un esempio rilevante è il fumo, fortemente associato sia alla malattia parodontale che alle Ibd, ma in modo differenziato: nettamente peggiorativo del morbo di Crohn e leggermente migliorativo nella colite ulcerosa. La correlazione rimane forte anche dopo aver eliminato l’influenza di fattori importanti come le condizioni socio-economiche e, appunto, il fumo.
Nel tentativo di spiegarne i meccanismi biologici, alcuni studi si sono focalizzati sul ruolo delle citochine e soprattutto di specifiche popolazioni batteriche. Come nelle Ibd si ha una trasformazione profonda della flora batterica intestinale, così nella malattia parodontale c’è una altrettanto impressionante alterazione dell’equilibrio dei microrganismi che popolano il cavo orale. Un microbiota intestinale sano è composto principalmente da batteri anaerobi obbligati stretti, ossia che vivono e crescono solo in assenza di ossigeno ed è dominato da Bacteroidetes e Firmicutes; questi ultimi sono invece molto ridotti nella flora intestinale delle persone affette da malattie infiammatorie croniche intestinali, così com’è fortemente ridotta la diversità di specie batteriche presenti. Il microbiota orale è quasi complesso quanto quello che colonizza l’intestino e, durante la transizione da uno stato di salute parodontale alla parodontite, nelle tasche parodontali si assiste al progressivo prevalere dei batteri anaerobi Gram-negativi a scapito degli aerobi Gram-positivi, con il Porphyromonas gingivalis che sembra giocare un ruolo chiave.
Le relazioni tra microbiota intestinale e orale restano però in gran parte da esplorare, nell’ambito di una ricerca che da un lato correla con sempre maggior frequenza condizioni orali e condizioni sistemiche e dall’altro riconosce nel microbiota un’influenza cruciale sulla salute umana.
Renato Torlaschi
Papageorgiou SN, Hagner M, Nogueira AV, Franke A, Jäger A, Deschner J. Inflammatory bowel disease and oral health: systematic review and a meta-analysis. J Clin Periodontol. 2017 Apr;44(4):382-393.
Italian Dental Journal