Una breve introduzione alla terminologia più tecnica.
L’affollamento dentale riflette una discrepanza tra le dimensioni dentali complessive (la somma delle larghezze mesio–distali dei denti di un’arcata) e la lunghezza della base ossea (mascellare superiore o inferiore) su cui i denti si innestano. Essendo disponibile in arcata una quantità di spazio inferiore a quella necessaria perché i denti possano disporsi correttamente, alcuni di essi, e in particolar modo quelli anteriori, tendono a posizionarsi più lingualmente (indietro) o più vestibolarmente (in avanti), ad inclinarsi o a ruotare, nel tentativo di ritagliarsi uno spazio per poter erompere.
Per agenesia si intende la mancanza della formazione di un elemento dentario. Ipodonzia e oligodonzia definiscono rispettivamente la mancanza congenita da 1 a 6 e oltre 6 elementi dentari permanenti, con l’eccezione dei terzi molari. Gli elementi più frequentemente interessati sono gli incisivi laterali superiori e i secondi premolari superiori.
E' una delle articolazioni più complesse del corpo umano. Essa unisce la mandibola alla base del cranio, è doppia e, con un complesso movimento di rotazione e traslazione, ci permette di aprire e chiudere la bocca. Al suo interno l’articolazione temporo-mandibolare ha un disco di fibrocartilagine che divide l’articolazione in un compartimento superiore ed un compartimento inferiore. Il disco articolare interposto fra l’osso della mandibola (condilo) e l’osso della base cranica (fossa temporale), è una struttura dinamica in quanto si muove insieme al condilo della mandibola durante i suoi movimenti. L’articolazione è ricoperta al suo interno, in parte da una membrana chiamata sinovia che produce il liquido sinoviale (presente all’interno dell’articolazione), ed in parte da cartilagine.
Per ascesso si intende la raccolta di pus all’interno di un tessuto.
I denti della prima dentizione, detti anche “denti da latte” o "temporanei", si compongono di 20 denti, disposti in numero di 5 per ogni semiarcata. Ogni cinquina è composta da:
E' la seconda dentizione e comprende 32 denti. La dentatura permanente per ciascuna semiarcata si compone di:
Si dicono antagonisti gli elementi dentari che entrano in contatto in occlusione.
Per diastema si intende quello spazio che si viene a creare tra due denti contigui quando manca il punto di contatto.
Dimensione verticale in occlusione è un termine utilizzato in odontoiatria per indicare la distanza tra due punti arbitrari, scelti a livello del naso e del mento, quando i denti sono in posizione di massima intercuspidazione.
Per ectopia si intende la presenza di un elemento dentario non nella sua sede naturale.
Un paziente presenta la cosiddetta “faccia lunga” quando nel cranio prevale la dimensione della lunghezza rispetto a quella della larghezza. Questo si verifica quando il rapporto percentuale tra larghezza e lunghezza risulta inferiore a 75,9%. Il pattern di crescita è caratterizzato da un eccesso di crescita verticale del mascellare superiore e deformità mandibolare, che comporta una spropositata lunghezza del viso. In base all’entità dell’eccesso di crescita verticale posteriore del mascellare e al grado di eruzione dei molari del mascellare superiore, la faccia lunga può associarsi a un morso aperto anteriore. Tale tipo di alterazione e sviluppo è in crescente aumento nella popolazione giovanile e spesso è rilevabile in pazienti con respirazione prevalentemente orale (diurna e/o notturna). I soggetti con faccia lunga presentano un sorriso gengivale (gummy smile), un’incompetenza labiale (incapacità di tenere le labbra chiuse) a riposo, allungamento del terzo inferiore del volto, angolo mandibolare eccessivamente aperto, mascellare superiore stretto, eccessiva eruzione degli incisivi superiori e inferiori, profili zigomatici e mascellari piatti in visione laterale. La malocclusione dentale può essere assente, può essere spesso di classe II o più raramente di classe III, abbinata a volte ad una lieve deviazione mandibolare e sovraffollamento dentale superiore.
Presenza di macchie (da biancastre a brunastre) sullo smalto dei denti dovuta all’eccessivo uso di fluoro.
E' un intervento chirurgico maxillo-facciale indicato per i gravi deficit di crescita della mandibola. Si propone, dopo un apposito programma ortodontico, di avanzare di qualche millimetro la mandibola per ottenere un’occlusione di prima classe e migliorare le proporzioni estetiche e l’armonia del volto.
E' un intervento chirurgico maxillo-facciale indicato per i gravi ipersviluppi della mandibola. Si propone, dopo un apposito programma ortodontico, di ridurre di qualche millimetro la lunghezza del corpo della mandibola per ottenere un’occlusione di prima classe e migliorare le proporzioni estetiche e l’armonia del volto.
Per malattia parodontale si intende una condizione patologica caratterizzata da infiammazione e distruzione del parodonto, ovvero dei tessuti di sostegno del dente: osso alveolare, legamento parodontale, cemento radicolare e gengiva. La principale causa di malattia parodontale è l’accumulo di placca.
Le malocclusioni di seconda classe scheletrica sono caratterizzate da una discrepanza delle basi ossee (mandibola e mascellare superiore) per cui la mandibola è troppo indietro oppure il mascellare superiore è troppo in avanti o ambedue le possibilità. A livello dentale i molari superiori sono troppo in avanti rispetto agli inferiori. In particolare, la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore si trova mesialmente al solco vestibolare del primo molare inferiore. Le seconde classi possono essere suddivise in prima divisione, in cui abbiamo un overjet aumentato (distanza tra incisivi superiori e inferiori sul piano sagittale) e seconda divisione, in cui abbiamo overjet normale e incisivi laterali vestibolarizzati. Il trattamento sul piano dentale deve mirare a correggere la relazione fra i primi molari. Per quanto concerne la correzione delle basi scheletriche è opportuno nel bambino utilizzare apparecchi ortopedico-funzionali che permettono di frenare l’accrescimento della mascella e di aumentare la crescita mandibolare. Nell’adulto invece, conclusasi la crescita, diviene necessario ricorrere alla chirurgia maxillo-facciale.
Nelle terze classi, la mandibola si trova in una posizione più avanzata rispetto al mascellare superiore, con gli incisivi che contraggono in genere un rapporto di “testa a testa” quando non (nei casi più gravi) di inversione del morso. I molari si dicono in relazione di terza classe quando la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore si trova distalmente al solco vestibolare del primo molare inferiore. Nell’età dello sviluppo, si può cercare di favorire la crescita di un mascellare superiore iposviluppato impiegando un apparecchio che in trazione ne stimoli la crescita in direzione anteriore (come la maschera di Delaire o di Petit). In età adulta, una malocclusione scheletrica di III classe può essere risolta solo facendo ricorso alla chirurgia maxillo–facciale. In presenza di una malocclusione di lieve entità, si può cercare di compensare la discrepanza scheletrica fra le due arcate lavorando sull’inclinazione degli elementi dentali anteriori, entro i limiti biologici consentiti.
La maschera di Delaire è un apparecchio ortopedico che viene usato per correggere le malocclusioni di terza classe. Grazie a questo dispositivo vengono applicate forze che attivano la crescita in avanti del mascellare iposviluppato. È composto da 2 appoggi esterni che consentono di fissare la maschera al viso (uno alla fronte e uno al mento) e gli elastici. L’azione correttiva viene svolta dagli elastici legati ai ganci presenti a livello intraorale e alla maschera stessa.
Si parla di morso aperto quando, con le arcate dentarie in occlusione, sono presenti spazi dovuti al mancato contatto fra elementi dell’arcata superiore ed elementi dell’arcata inferiore. Cause frequenti che conducono all’instaurarsi di un morso aperto (open bite, in inglese) sono l’abitudine al succhiamento delle dita o a frapporre oggetti tra le arcate (ad esempio penne e matite), l’interposizione della lingua fra i denti al momento della deglutizione e durante la fonazione e anche cause genetiche che comportino, ad esempio, una crescita ossea non equilibrata fra altezze posteriori ed anteriori o dimensioni linguali eccessive.
Detto anche morso profondo. È una condizione per cui gli incisivi superiori coprono eccessivamente quelli inferiori. È spesso associato a malocclusione di seconda classe.
Si parla di morso crociato quando l’occlusione di uno o più elementi dentali si presenta invertita rispetto alla norma: i denti dell’arcata superiore si trovano all’interno e sono quindi abbracciati dai denti dell’arcata inferiore che si trovano all’esterno. Il morso crociato può essere anteriore o posteriore, monolaterale o bilaterale.
Si parla di morso crociato anteriore quando l’occlusione di uno o più elementi dentali del settore anteriore si presenta invertita rispetto alla norma: i denti dell’arcata superiore si trovano all’interno e sono quindi abbracciati dai denti dell’arcata inferiore che si trovano all’esterno.
Nell’intervento di chirurgia maxillo-facciale i mascellari vengono fissati nella loro nuova posizione tramite viti e placche di fissaggio in titanio. Queste placche possono rimanere in loco, oppure essere rimosse successivamente, mediante un piccolo intervento in anestesia locale.
Indica la situazione in cui la mandibola sporge in avanti rispetto alla mascella.
Per protrusione dento-alveolare si intende l’anteroposizionamento degli elementi dentari e degli alveoli in cui sono alloggiati.
La protrusione mascellare è una condizione in cui il mascellare superiore si trova in posizione anteriore rispetto alla mandibola per eccesso di crescita scheletrica del mascellare. Si ha una disarmonia del volto. Una corretta diagnosi del problema è possibile analizzando il tracciato cefalo metrico ottenuto a partire dagli esami teleradiografici.
Per pulpite si intende l'infiammazione della polpa.
Spostamento in direzione apicale del margine gengivale con esposizione della radice del dente.
Il seno mascellare è uno dei quattro seni paranasali. Questi sono cavità situate all'interno delle ossa del cranio e prendono il nome dalle ossa entro le quali sono scavate: sfenoidale, etmoidale, frontale e mascellare. Il seno mascellare è morfologicamente il più voluminoso dei seni paranasali. È di forma piramidale, con base triangolare rivolta medialmente, tre facce ed un apice, quest'ultimo rivolto lateralmente. I seni paranasali sono rivestiti da mucosa e comunicano tramite orifizi detti osti con le due cavità nasali. Attraverso questi orifizi, avviene il passaggio verso l'esterno del muco prodotto al loro interno. I seni paranasali, assieme alle altre strutture delle vie aeree superiori, intervengono nei processi di umidificazione e riscaldamento dell'aria inalata durante l'inspirazione, in modo da permettere un ottimale scambio gassoso a livello polmonare.
E' quello spazio che si viene a creare come manifestazione dello stato infiammatorio parodontale tra dente, gengiva e osso quando quest’ultimo a seguito di malattia parodontale va incontro a riassorbimento.
Il viso può essere diviso frontalmente in terzi. Il terzo superiore del viso va dall’attaccatura dei capelli alla porzione superiore dell’orbita. Il terzo medio va dalla porzione superiore dell’orbita alla base del naso. Il terzo inferiore arriva al mento.
Perdita di tessuto dentale data da processi combinati di: